Come Lavorare in Norvegia

Voglio parlare di Norvegia. Visto che noi giovani italiani, volendo o dolendo, dobbiamo inventarci un futuro, tanto vale conoscere i paesi migliori dove trasferirsi.
La guida “vivere e lavorare in Norvegia” che hai di fronte è probabilmente una delle guide più complete che troverai sul web. Insieme vedremo tutto quello che devi sapere per lavorare, studiare e addirittura metterti in proprio in Norvegia.

I tempi in cui era facile emigrare, se sono mai esistiti, di certo ora sono finiti e devi prepararti a lottare. Tuttavia, con le dovute informazioni, sarà più facile trasferirsi.

Cosa fare prima di partire per la Norvegia
Prima di avventurarsi in un paese straniero, credo da sempre che la miglior strategia sia quella di testare sul campo il nostro progetto. Grazie alle compagnie low cost, l’europa è ha portata di mano.
Purtroppo, anche se troviamo un volo economico, la Norvegia è uno dei paesi più cari al mondo. Il costo della vita è proporzionato al salario percepito, ma per noi turisti questo serve a ben poco.
La corona norvegese (Nok) è la valuta usata in Norvegia. Al cambio attuale, 1 euro vale circa 8 Nok. Per calcolare il costo della vita, puoi usare il sito Numbeo.
Le aziende con esigenza di lavorare con l’estero sono interessate a candidati con capacità linguistiche. L’economia norvegese è molto solida e le opportunità sono diverse, ma il clima nordico sfiducia molti lavoratori. Per questo motivo, la Norvegia è un paese che offre ancora molti lavori.
Non a caso, la Norvegia occupa spesso e volentieri le prime posizioni per tenore di vita e reddito procapite. Nonostante il clima non adatto a tutti, la Norvegia può essere una scelta valida per chi è alla ricerca di una prima occupazione.
Non mi stanco mai di ricordare l’importanza nel saper comunicare quando si vive all’estero. Il primo consiglio appena atterati è iscriversi ad un corso di norvegese. Molte università offrono corsi in quasi tutte le città.
Prima di partire per la Norvegia, è obbligatoria la conoscenza della lingua inglese. Tra i norvegesi, il tasso di conoscenza dell’inglese è abbastanza elevato.
In molti posti di lavoro, l’inglese è la lingua usata. Tuttavia, se vuoi velocizzare l’integrazione, conoscere il norvegese è quasi d’obbligo.
Purtroppo la lingua norvegese è abbastanza difficile ma questo dipende dalla tua volontà nell’apprendere. Per iniziare a studiare norvegese, puoi usare il corso gratuito sul sito Loecsen.
Il tasso di istruzione è altissimo. Partire per la Norvegia senza almeno una laurea triennale è rischioso, a meno che la tua professione sia molto tecnica.

Lavorare in Norvegia
Dato l’altissimo costo della vita, la prima preoccupazione appena atterati in Norvegia è trovare un lavoro retribuito. I salari sono molto alti e perfettamente in linea con i costi.
Abbiamo già visto l’importanza di possedere un titolo di studio e la conoscenza ottima dell’inglese. Molti annunci di lavoro sono postati sui vari portali ma non tutti.
Una buona strategia è quella di scremare le aziende per settore e contattarle direttamente. Con un pizzico di fortuna, questa strategia è vantaggiosa rispetto all’invio di cv sui portali del lavoro.
Consiglio di consultare le pagine gialle norvegesi e contattare le aziende direttamente sui loro siti web. Dopo aver cercato l’azienda dei sogni sulle pagine gialle (sembra un metodo antico ma in molti casi funziona ancora), il database più grande di tutta la Norvegia è il portale NAV.
Un altro sito in lingua inglese per trovare annunci è Learn4good.
Se sei preoccupato per la stesura del cv per il mercato norvegese, ti consiglio di usare un approccio differente dal classico formato europeo europass. A me non piace come non piace a molti selezionatori.
Se l’europass è largamente accettato in Italia, è ovvio che usare uno stile personale ti evidenzierà dalla massa. Per cercare lavoro in Norvegia, io userei un cv corto e diviso per paragrafi.
Tenendosi dentro la lunghezza massima di 2 pagine word, inizia con una breve presentazione, poi continua con le cose che sai fare per poi elencare istruzione e esperienze passate. Aggiungi, ove possibile, i contatti di precedenti datori di lavoro.
Le condizioni di lavoro in Norvegia sono ottime se comparate con altri stati europei. Come cittadino europeo, non è necessario nessun permesso di lavoro. Nonostante ciò, per un cittadino comunitario è rischieta l’iscrizione presso l’ufficio di polizia entro i tre mesi dall’arrivo.
Sul sito internet Udi, trovi in lingua inglese tutte le informazioni. Se hai già lavoro, la polizia ti rilascerà il certificato di registrazione, puoi prenotare l’appuntamento online qui.
Se non hai un lavoro, hai diritto fino a sei mesi di permesso per rimanere in Norvegia. Una volta trovato il lavoro, otterai il certificato di registrazione dalla polizia.
Senza lavoro non potrai richiedere il codice fiscale norvegese fødselsnummer . Senza codice fiscale non potrai aprire neanche un conto bancario.
Se non hai un lavoro puoi richiedere il numero temporaneo e aprire un conto bancario con funzionalità limitata, tuttavia, dati i costi, meglio focalizzare tutte le energie per la ricerca del lavoro.
Dato il costo della vita, senza lavoro non è comuque possibile rimanere per molto tempo in Norvegia. Non disperare, il mercato del lavoro norvegese è mobile, anni luce dalla triste situazione italiana.

Trovare casa in Norvegia
I costi d’affitto per una sistemazione in Norvegia sono alti, molto alti. I prezzi medi per una stanza partono da circa 600 euro per le grandi città come la capitale Oslo.
Ovviamente, il primo e unico modo per ambientarsi e ridurre i costi è affittare un appartamento condiviso.
I due portali più grandi, che ahimè sono in norvegese, per trovare annunci di case e appartamenti sono Finn e Hybel.
Se abiti a Oslo, i quartieri migliori sono St. Hanshaugen, Frogner, Majorstuen, Skillebekk, Sentrum, Grunerløkka and Torshov.
Quando rispondi agli annunci, controlla sempre se le uteneze sono incluse nel prezzo. Sia che tu viva in appartamento condiviso o casa singola, dovrai pagare una caparra di circa due-tre mesi d’affitto.
Una strategia per ridurre i rischi di fallimento è quella di trovare una sistemazione per un breve periodo, diciamo un mese, e cercare lavoro. Sul famoso sito Airbnb trovi stanze per circa 800 euro per un mese al centro di Oslo.
Una comune strada per ambientarsi all’estero è diventare un lavoratore Aupair o ragazza alla pari. Se per le ragazze questo è forse il miglior modo per iniziare, i ragazzi possono fare del volontariato come ad esempio il wwofing.

Studiare in Norvegia
Lo sapevi che studiare in Norvegia è gratis. Uno dei motivi dell’alta scolarizzazione della popolazione norvegese è appunto la gratuità dell’istruzione.
Come cittadino europeo hai diritto allo studio come un norvegese. Tuttavia, per mantenerti dovrai comunque trovare un lavoretto.
Esistono diverse università e istituti da contattare. In questa pagina trovi la lista completa di tutte le università e scuole in Norvegia.
La qualità dell’insegnamento è eccellente come nel resto del nord europa. Come studente otterai il permesso di studio senza nessun problema.
Se l’università è pubblica e non ci sono tasse da pagare, alcuni corsi specilistici hanno dei costi di iscrizione.

Aprire un’attività in Norvegia
Il sito si chiama Aprire Azienda non a caso. Quando scrivo una guida per un paese, dedico sempre l’ultima parte dell’articolo all’apertura di un’attività.
Se vuoi emigrare in Norvegia, studiare e lavorare, perchè non prendere in considerazione anche la creazione di un business?
Come italiani possiamo sfruttare la nostra italianità per creare un modello aziendale allettante per la popolazione locale.
Se fatto con simpatia e professionalità, aprire un’attività in Norvegia può essere veramente un’opportunità interessante.
Dati i costi d’avvio sicuramente alti, in Norvegia come in altri paesi consiglio sempre un periodo minimo di sei mesi di lavoro dipendente.
Il periodo d’ambientamento, oltre ad essere importante dal punto di vita finanziario, è utile per studiare la città e capire bene cosa potrebbe funzionare e cosa no.
Il modo migliore è fare una ricerca di mercato sul campo e ascoltare le lamentele delle persone. Cosa manca alla città? Quali sono i bisogni inascoltati delle persone?
Un’attività che risponde a queste domande è un business che ha buone potenzialità di successo.
Creare un’azienda in Norvegia è semplice e veloce. Il sistema burocratico è efficiente e lineare.
Dopo aver scelto la forma giuridica adatta per il tuo business, la scelta generalmente è tra lavoratore autonomo o LTD. I costi di registrazione variano dai 200 euro per il lavoratore autonomo per salire a 700 euro per l’azienda LTD.
Per registrarsi, devi compilare un form online oppure cartaceo (costi diversi), e presentarlo all’ufficio centrale di registrazione chiamato Brønnøysund Register Centre.
I paesi nord europei sono famosi per gli alti standard di vita e il welfare sociale ma purtroppo le tasse sono alte. Se cerchi un paradiso fiscale, la Norvegia non fa certo al caso tuo.
L’Iva è al 25% tranne che per alcuni prodotti dove si applica tassi ridotti del 15% e del 8%. Se devi assumere dipendenti i costi del personale sono ovviamente alti. Le tasse sui profitti per le aziende sono al 27%.
In cambio degli alti costi però riceverai efficienza e poca burocrazia. Qualsiasi dubbio o incertezza, trovi moltissime informazioni sul portale pubblico Altinn.

Trasferirsi in Norvegia: considerazioni finali
Siamo arrivati alle conclusioni. La Norvegia è un paese dai paesaggi mozzafiato e dalle mille opportunità. Nonostante ciò, dopo tanti viaggi, ho capito che il paradiso in terra non esiste per nessuno.
Se da una parte la Norvegia occupa le prime posizioni per qualità della vita, dall’altra Oslo è considerata la città più cara al mondo. Se i cibi locali sono abbordabili, dall’altra i prodotti importati sono carissimi.
Come italiani sappiamo bene l’importanza di un buon olio di oliva e di un bel piatto di pasta. Probabilmente il vivere in Norvegia cambierà in parte le tue abitudini ma alcune resteranno e per queste dovrai pagare.
Un altro punto a sfavore è il clima. Se inverni gelidi e estati tiepide per te non sono un problema, allora la Norvegia è un buono sbocco lavorativo.

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Part Time – Definizione e Significato

In questa guida spieghiamo in cosa consiste il part time.

Il rapporto di lavoro a tempo parziale (part time) si configura quando l’orario di lavoro fissato nel contratto individuale è inferiore all’orario normale stabilito dalla legge (40 ore settimanali, ex art. 3, co. 1, D.Lgs. 8 aprile 2003, n. 66, e successive modifiche ed integrazioni) o all’eventuale minor orario normale definito dai contratti collettivi applicati (c.d. “tempo pieno”: art. 1, co. 2, D.Lgs. 25 febbraio 2000, n. 61, e successive modifiche ed integrazioni).

Si tratta, pertanto, di un istituto che consente di
soddisfare le esigenze di flessibilità delle imprese nell’utilizzo della manodopera
incrementare il tasso di occupazione di alcune particolari categorie di lavoratori

Il contratto di lavoro a tempo parziale può essere stipulato dalla generalità dei datori di lavoro e dei lavoratori, ivi compreso il settore agricolo

Il contratto di lavoro a tempo parziale può articolarsi in tre diverse tipologie
-orizzontale, la riduzione di orario rispetto al tempo pieno è prevista in relazione all’orario normale giornaliero di lavoro. In questa tipologia di part time, la prestazione lavorativa viene resa tutti i giorni della settimana ad orario ridotto rispetto al tempo pieno: ad es. 4 ore per 5 giorni lavorativi, per un totale di 20 ore settimanali su 40 (art. 1, co. 2, lett. c), D.Lgs. n. 61/2000)
-verticale- si realizza quando il contratto prevede lo svolgimento della prestazione lavorativa a tempo pieno, ma limitatamente a periodi predeterminati nel corso della settimana, del mese o dell’anno: ad es. 8 ore su 3 giorni lavorativi, per un totale di 24 ore settimanali su 40; 6 mesi a tempo pieno nel corso dell’anno (art. 1, co. 2, lett. d), D.Lgs. n. 61/2000).
-misto- si realizza quando il rapporto di lavoro a tempo parziale è svolto secondo una combinazione della forma orizzontale e verticale: ad es. l’attività può essere organizzata mediante l’alternanza di trimestri di lavoro ad orario giornaliero ridotto con trimestri caratterizzati da prestazione piena ma soltanto nel week-end (art. 1, co. 2, lett. d-bis), D.Lgs. n. 61/2000).

La trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a part-time è possibile solo con accordo scritto tra azienda e dipendente, che dovrà quindi inviare una lettera di richiesta part time. Eventuali pretese unilaterali dell’azienda o del dipendente di convertire il rapporto sono contrarie alla legge.

Il part time è quindi uno strumento utile in diverse situazioni.

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Come Comportarsi al Colloquio

L’abito fa il monaco, eccome: difficilmente la tuta in acrilico a un colloquio di lavoro in banca sarà l’idea brillante che farà di te il candidato ideale. Superata la fase di selezione del cv, il passo successivo, cioè l’incontro con il potenziale capo, è quello più importante e deve essere preparato con cura. La presentazione personale ha a che fare con molti fattori spesso sottovalutati, soprattutto da chi è alle prese con i primi colloqui, ma che possono essere determinanti nella percezione che i recruiter possono avere di te.

Non studiare solamente ciò che devi dire rispetto alle tue esperienze, ma anche come lo dici, prestando attenzione al cosiddetto “linguaggio non verbale”, cioè quello che il corpo comunica senza che noi ce ne accorgiamo. Vediamo alcuni accorgimenti da tenere a mente prima di affrontare il fatidico appuntamento:

L’abbigliamento. Per decidere che cosa indossare immagina qual è il tipo di abbigliamento più adeguato per quella azienda e per la quella particolare posizione. Affidati al buon senso, in mancanza di questo, e di fantasia, un sobrio abito o tailleur blu va sempre bene. E se proprio vuoi esagerare, che sia nella formalità: un vestito eccessivamente elegante, se pur inappropriato, darà comunque l’impressione positiva che ci tieni a fare una bella figura. Un errore decisamente meno grave che presentarsi in shorts e maglietta bucata.

Le mani. Si comincia con la stretta: vietato offrire la mano floscia, potreste dare l’idea di avere una personalità altrettanto scialba. Una stretta decisa, al contrario, stabilisce un contatto più diretto e partecipe con chi ti sta di fronte. Durante il colloquio non stringere nulla tra le mani, ti farebbe apparire a disagio e nervoso, e non incrociare le braccia, comunicheresti disinteresse.

Lo sguardo. Guardarsi intorno o fissare il pavimento mentre il recruiter sta parlando, va da sé, non è consigliato: sembreresti lì per caso o molto insicuro di te. Ma anche bloccare con lo sguardo l’interlocutore, senza mai distogliere gli occhi dai suoi, può sembrare “troppo”. Il trucco è ascoltare attentamente ciò che ti stanno dicendo: se ti concentri sul capire parole e concetti, ti verrà spontaneo non pensare più a come ti stai comportando, risultando naturale.

La posizione del corpo. Assolutamente vietato stravaccarsi, così come restare appollaiati in punta di sedia per tutta la durata del colloquio. Sedersi in modo composto, sporgendo leggermente il busto in avanti è, invece, una buona regola per dimostrare interesse e attenzione.

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Interazioni e Marketing su Facebook

Il marketing su Facebook ha un aspetto che lo contraddistingue: le interazioni. Le interazioni in una pagina fan di Facebook sono l’anima del social network, ciò che rende viva, attiva la pagina e la misura delle interazioni -ad esempio con uno strumento come Facebook Insights- è, insieme ai dati analytics, uno degli aspetti su cui valutare il successo o meno di una campagna di marketing su Facebook.

Le interazioni su Facebook, al contrario di come si potrebbe pensare, non sono naturali: richiedono che l’amministratore della pagina parli il linguaggio giusto, dica cose interessanti e nella quantità giusta. Insomma, se sei noioso, non parli mai, perchè dovrei interagire?! Vediamo quindi dei consigli su come suscitare l’interazione su una pagina di Facebook con il fine del marketing.

Crea una community che ti ascolta: se parli e non c’è nessuno che ti ascolta, parli al muro. Se parli di cucina, ma chi ti ascolta non è minimamente interessato all’argomento, non solo parli al muro, ma infastidisci pure. Quindi, crea una community di fan magari pescandoli da pagine Facebook di argomento affine, che dovrebbe garantire un certo interesse per quel che dici.

Parla nella quantità giusta: ricorda che i commenti compariranno in bacheca. Quindi se lasci troppi post, i fan potrebbero infastidirsi. Se viceversa non scrivi mai, non si ricordano nemmeno che esisti. Trova la via di mezzo ideale.

Parla nel modo giusto: su Facebook non si scrivono tesi di dottorato nè per lunghezza nè per linguaggio. Parla come mangi.

Inserisci foto, video, contenuti interattivi: il tuo intervento verrà notato e apprezzato più facilmente.

Rispondi ai commenti, fai domande, interagisci: spesso i fan aspettano che qualcun altro faccia la prima mossa. Falla tu.

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Come Sfruttare il Cloud Marketing

Il cloud computing non è solamente una tecnologia che permette di memorizzare documenti on line per risparmiare spazio sul disco del proprio computer. Se ben utilizzato, può trasformarsi in uno strumento performante, che arriva a fidelizzare la clientela e ad aumentare le vendite. A maggior ragione se l’utente è una piccola azienda o un libero professionista. Vediamo, di seguito, un paio di esempi di quello che i professionisti della comunicazione hanno già battezzato come cloud marketing.

Cloud marketing per l’edutainment e l’infotainment
Aziende che forniscono servizi nel settore del tempo libero, dell’organizzazione di eventi o della formazione
possono utilizzare il cloud marketing, introducendo una dimensione ludica e pedagogica per rafforzare la relazione in essere con i clienti, in particolare grazie all’utilizzo di supporti multimediali. Supponiamo che si tratti di animare dei corsi o degli stage. È possibile aggiungere facilmente valore ai servizi offerti realizzando foto o brevi video di ciascun partecipante. Senza doversi affidare a complicate manipolazioni tecniche, sarà sufficiente trasferire i documenti in uno spazio dedicato sul cloud per condividerli con i partecipanti. Può diventare utile aprire un dossier per ogni allievo, in modo che ciascuno possa seguire i propri progressi. Mostrando le evoluzioni in corso, i risultati ottenuti, gli eventi ai quali si partecipa, viene messo in luce anche il know-how di chi sta offrendo il servizio. Un esempio efficace di cloud marketing.
Spostandosi nell’ambito della formazione B2B, gli erogatori dei corsi possono utilizzare il cloud computing per proporre ai partecipanti dei documenti destinati a completare le sessioni seguite (mini-mediateche con consigli di lettura, esercizi da realizzare in modo autonomo nei mesi successivi e così via).

I vantaggi di questo approccio sono molteplici
È possibile condividere i documenti multimediali più pesanti senza rischiare di saturare le caselle di posta elettronica
I documenti sono accessibili in modo permanente, sette giorni su sette, qualunque sia il supporto usato per la consultazione o lo scarico
È possibile sapere chi ha consultato la cartella condivisa e quando
Viene introdotta una dimensione interattiva e la relazione con i clienti si personalizza
Le azioni mirate permettono di fidelizzare i clienti e, quindi, godere di un vantaggio competitivo per sviluppare le vendite
Cloud marketing per i clienti dislocati in un’area geografica molto estesa
Cloud marketing per aumentare le vendite
Nel caso in cui certi clienti di un’azienda abbiano sede in un’area geografica lontana, è comunque possibile instaurare una relazione di prossimità anche se non confortata dalla vicinanza fisica. Utilizzando la sincronizzazione dei file per migliorare la reattività, si ottiene un primo risultato positivo. Se, per esempio, un cliente aggiunge un documento (una mail, una fattura o un altro documento amministrativo) nel suo spazio personalizzato, le tecnologie di condivisione e collaborazione rendono possibile non solo la rapida lettura, ma anche gli opportuni interventi di completamento o correzione. Tutto ciò che viene fatto, si registra automaticamente in locale sullo storage del fornitore. Le stesse caratteristiche di collaborazione in tempo reale si realizzano anche a parti invertite.

Questo modo di lavorare rafforza la trasparenza negli scambi e offre una più ampia flessibilità nella gestione delle pianificazioni di ciascuno (il cliente non deve più aspettarsi un appuntamento e viceversa). Inoltre, le comunicazioni dirette (telefoniche, faccia a faccia o in videoconferenza) non sono più parassitate da questioni collaterali.

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