Come Diventare una PR

Hai la parlantina sciolta e adori stare tra la gente? Le amiche chiedono sempre a te consigli per l’organizzazione delle feste? Sei spigliata, allegara e socievole? Allora sei perfetta per fare la Pierre.

La Pierre crea eventi, serate e incontri, lancia un prodotto o una notizia, gestisce i rapporti interni o esterni di una azienda ma soprattutto incontra tante persone.
Per essere un lavoro, quella della PR sembra essere molto divertente!

Esistono diverse specializzazioni di questo profilo che permettopno al meglio di apprendere come diventare un grande PR per organizzare gli eventi
-Il responsabile delle relazioni esterne il quale si occupa di gestire il rapporto tra l’azienda e i vari mezzi di comunicazione o i clienti;
-L’ addetto all’ufficio stampa che si avvicina maggiormente al profilo del giornalista;
-Il responsabile delle relazioni interne che si occupa di gestire il rapporto tra l’azienda e i dipendenti
Ma sei il tuo sogno è quello dell’organizzazione di eventi e sogni di diventare la regina delle feste e eventi, ecco i consigli che ti torneranno utili.

Lo studio prima di tutto
Ti servono una laurea in materie umanistiche o in scienze della comunicazione. Sono inoltre utilissimi i corsi specifichi e i master.
La teoria però non basta, cerca di ottenere uno stage anche in una piccola agenzia.
Per lavorare in proprio, invece, è necessaria la partita IVA, anche se in una prima fase è possibile operare emettendo ricevute per prestazione occasionale.

Tenersi informati per essere un ottimo PR
Guarda tanta tv e leggi un paio di quotidiani al giorno. Impara i nome dei direttori dei giornali, i rapporti con la stampa sono fondamentali.

Il look giusto
Quando organizzi un evento per un cliente prediligi abiti sobri, come l’intramontabile tubino nero, così darai l’impressone di essere curata, efficiente, seria e affidabile.
Lascia nella scarpiera il tacco 12 rischieresti di essere troppo traballante!

Tutto sotto controllo
Hai lavorato sodo per una data importante. Ora che la festa ha inizio ricorda che NON sei un ospite, ma sei tu l’organizzatore dell’evento!
Proibito rilassarsi troppo, bere e soprattutto fare pettegolezzi.
Le PR conoscono e frequentano molte persone alcune delle quali si lasciano andare a confidenze: meglio ascoltarle e dimenticarle subito.

Ora hai tutte le chiavi per diventare un grande PR di successo! Vedrai, organizzare gli eventi sarà un gioco da ragazzi!

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Come Sviluppare la Personalità sul Posto di Lavoro

Se si dice “carisma” si pensa alla capacità di influire su altre persone, al prestigio e al fascino intellettuale, ma come si fa ad aumentare o cambiare il proprio carisma?

Ogni persona è in grado di sviluppare carisma, ma se qualcuno è naturalmente portato ad avere un buon ascendente sugli altri, c’è chi non sa in nessun modo come svilupparlo e accrescerlo.

Un buon modo per sviluppare il proprio carisma è quello di osservare le persone che ci circondano per capire cosa le rende magnetiche, imparando a costruire una nuova forma di comunicazione personale fatta non solo di parole ma anche di gestualità e atteggiamenti. Questo vale soprattutto sul posto di lavoro.

È infatti il mondo di porsi a dare un significato al messaggio verbale. Non serve accontentarsi di apparire ma bisogna saper giocare le proprie carte, ad esempio preparandosi psicologicamente per un colloquio o una riunione: tutto sta nel convincere noi stessi delle nostre capacità comunicative.

La paura o meno di essere giudicati e criticati sta alla base dell’autostima e i timori di non essere all’altezza, di non saper parlare e coinvolgere gli altri ci portano a forti insicurezze che distruggono la nostra autostima e il nostro carisma. Restare in un angolo non aiuta, mentre aprirsi verso gli altri, comunicare, sorridere e stimolare porta gli altri a considerarci attivi, vivaci, intelligenti e curiosi.

Propongono un nuovo progetto di responsabilità al lavoro? È giusto accettarlo, per dimostrare a se stessi e agli altri di potercela fare. Il buon umore è una calamita di consensi, così come l’altruismo.
Un’espressione gentile e la disponibilità verso gli altri aiutano ad interagire, il tutto senza cadere nell’eccesso e senza perdere credibilità: se ogni nuovo progetto lavorativo vede un vostro irrefrenabile entusiasmo i colleghi penseranno che siete egocentrici in modo smisurato.

Proporre idee che spingono alla socializzazione, come aperitivi tra colleghi e pause pranzo condivise, ma soprattutto imparare a prendere le redini di una conversazione, rendono la vostra presenza indispensabile e piacevole. Non bisogna aver paura di deludere il proprio interlocutore anche perché è impossibile rasentare la perfezione, per tutte le persone, anche le più brillanti, i momenti di vero genio sono sporadici.

Bisogna costruirsi un’aura caratteriale accompagnata da un tratto distintivo personale, perché è proprio questo che rende unica una persona: il suo modo di essere.

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Lavorare in Open Space – Vantaggi e Svantaggi

Lavorare in un ambiente open space può essere terribilmente snervante o assolutamente proficuo: non esiste una regola e la buona sintonia fra colleghi è la chiave per passare dal chiasso alla concentrazione.

Per iniziare bisogna stabilire delle regole basilari di convivenza, da fissare insieme a tutta l’equipe raggiungendo il giusto compromesso che accontenti tutti.

In un open space la comunicazione verbale diretta sostituisce la dinamica più “fredda” dei messaggi via telefono e mail, ma la comunicazione deve avvenire nel rispetto degli spazi e della concentrazione altrui, evitando distrazioni e interruzioni che disturbino il lavoro degli altri.

Un’atmosfera conviviale favorisce le interazioni informali tra colleghi e le occasioni di svago comune, porta ad avere rapporti distesi e a conoscersi semplicemente di più. Nella condivisione, lo spazio personale deve essere lasciato alla discrezione dell’occupante, senza che la sua “personalità” invada quella del vicino.

Nella libertà di espressione vigono le regole di ordine e discrezione. Se la concentrazione risulta difficile, ci si può isolare ascoltando della musica o, in extremis, procurarsi dei tappi per le orecchie, senza però sacrificare la comunicazione con i colleghi.

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Come Diventare un Tecnologo Alimentare

La professione di tecnologo alimentare è regolamentata dalla Legge n. 59 del 18 gennaio 1994. Il tecnologo alimentare ha il compito di studiare, progettare, dirigere, sorvegliare e condurre impianti e processi di lavorazione di prodotti alimentari e biologici, anche in collaborazione con altri professionisti. Risulta essere un esperto dei processi di trasformazione e conservazione degli alimenti, con particolare attenzione agli aspetti nutrizionali dei prodotti, per i quali definisce gli standard da rispettare. Sono di sua competenza le operazioni di marketing, distribuzione e approvvigionamento delle materie prime e dei prodotti alimentari finiti, degli additivi e degli impianti alimentari. Si occupa della preparazione e della conservazione delle sostanze alimentari con l’obiettivo di migliorare la qualità e il gusto dei cibi e ridurre gli sprechi di processo e di materie prime.

L’articolo 2 della Legge 59/1994 elenca le competenze che deve avere il dottore tecnologo alimentare. In particolare rientrano tra queste
lo studio, la direzione e la sorveglianza dei processi di lavorazione degli alimenti e dei lavori per la ristorazione collettiva (mense aziendali, pubbliche e ospedaliere);
l’accertamento e il controllo di qualità nella produzione e trasformazione degli alimenti;
lo svolgimento di analisi sui prodotti alimentari e matrici correlate;
la pianificazione della produzione alimentare;
la partecipazione a programmi internazionali di sviluppo agroalimentare;
la direzione e la gestione di imprese che operano nel settore della produzione, trasformazione, conservazione e commercializzazione degli alimenti, della divulgazione e dell’informazione alimentare;
le ricerche di mercato;
le perizie nel campo alimentare presso i tribunali.

Il tecnologo alimentare deve sempre tenersi aggiornato sulla normativa e sulle innovazioni tecnologiche dell’industria alimentare. Infine, deve avere una particolare propensione per l’analisi e la sperimentazione in laboratorio.

Il titolo di studio richiesto per esercitare questa professione è la laurea magistrale in “Scienze e tecnologie alimentari” o quella in “Scienze delle preparazioni alimentari”. E’ possibile iscriversi a questi due corsi dopo aver conseguito la laurea di primo livello in “Tecnologie alimentari”.
Questi corsi sono attivati in molte Università italiane presso le Facoltà di Agraria. L’offerta formativa è piuttosto varia e le denominazioni dei corsi di laurea sono attribuite direttamente dalle università, per cui risulta difficile elencare tutti i corsi attivati dalle varie facoltà.

Dopo aver conseguito la laurea in “Scienze e tecnologie alimentari” o in “Scienze delle preparazioni alimentari” si ottiene il titolo di Tecnologo Alimentare, con il quale si può accedere all’esame di Stato.
La Legge n. 59/1994 stabilisce infatti che l’esercizio della professione deve essere subordinato al conseguimento dell’abilitazione per la quale, oltre all’esame di stato, è prevista l’iscrizione all’Albo, le cui disposizioni in materia sono contenute nel Decreto del Presidente della Repubblica n. 283 del 12 luglio 1999[. Il regolamento che disciplina gli esami di Stato per l’abilitazione all’esercizio di questa professione è fornito dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 470 del 18 novembre 1997.
Il Consiglio dell’Ordine dei Tecnologi Alimentari promuove presso enti, pubblici e privati, il ruolo del Tecnologo Alimentare garantendone la professionalità. Gli iscritti all’Albo, dipendenti dello Stato o di un’altra pubblica amministrazione, ai quali è consentito l’esercizio della libera professione, sono soggetti alla disciplina dell’Ordine solo per quanto riguarda tale esercizio.
Gli iscritti a un albo regionale possono esercitare la loro professione in tutto il territorio dello Stato.
L’Ordine dei Tecnologi Alimentari è istituito per legge in ogni regione ed è posto sotto la vigilanza del Ministero della Giustizia.

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Come Fare Pubblicità sugli Automezzi

La pubblicità su automezzi è sicuramente uno dei modi migliori di fare conoscere la propria attività a potenziali clienti e dare un’immagine di professionalità al vostro personale quando è in giro per consegna o prestazioni.

Le tecniche di stampa attuali permettono di coprire anche maniera completa i vostri automezzi, rendendoli visibili anche da una certa distanza e riconoscibili se avete azzeccato bene la scelta dei colori e dei motivi ornamentali.

La tecnica più economica per personalizzare gli automezzi è quella delle scritte adesive, possono essere attaccate sia solo sui vetri che anche sulla carrozzeria, non va dimenticato che la scritta deve essere di buona qualità altrimenti dopo qualche mese di esposizione al sole si restringe, lasciando un alone di colla che esteticamente è veramente sgradevole.

Non va dimenticato che posizionando la scritta sulla carrozzeria rimarrà poi un alone anche se si rimuovono le scritte; questo alone può essere eventualmente parzialmente mascherato applicando altre scritte oppure con un adesivo coprente più grande che potrebbe anche essere una fotografia o un disegno.
In alcuni comuni è necessario richiedere autorizzazioni all’ufficio pubblicità e eventualmente pagare una piccola tassa, vale sicuramente la pena per il ritorno pubblicitario che ne deriva

Il costo per decorare il propri automezzi varia molto a seconda della tecnica utilizzata, è comunque sicuramente un ottimo investimento se vengono fornite tutte le informazioni importanti come numero di telefono e indirizzi di siti Web e indirizzi e-mail.

Si possono anche realizzare automezzi con una parte coperta da un adesivo molto grosso con disegno fotografie e un’area bianca nella quale possono essere attaccate delle scritte adesive che vengono sostituite periodicamente per evidenziare offerte o promozioni.

Non dimenticate che spesso i vostri automezzi possono essere fermi nel traffico e chi dietro potrebbe anche essere interessato alle vostre offerte ma deve poter leggere velocemente le indicazioni fondamentali come il numero di telefono e l’eventuale indirizzo Web.

Evitate quindi scritte piccolissime sul retro perché spesso non vengono lette.
E anche possibile realizzare delle scritte adesive attaccate su supporti magnetici che possono essere posizionate e rimosse quando non sono necessarie, come ad esempio un’automobile che nel fine settimana viene utilizzata per uso personale e non necessita di scritte o pubblicità.

Se avete un veicolo aziendale non perdete l’occasione di trasformarlo in un veicolo di pubblicità.

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