Come Girare una Cambiale
In questa guida spieghiamo come girare una cambiale.
Le girate
-Servono per trasferire il diritto di ricevere il pagamento della cambiale dal beneficiario ad un altro soggetto
-Vengono scritte sul retro della cambiale
-Non è previsto un numero massimo di girate
-Possono essere in pieno o in bianco.
Per girare una cambiale in pieno è necessario che il beneficiario scriva sul retro della cambiale
-la data in cui effettua la girata
-la dicitura “e per me pagate il sig ….” per indicare il nome del nuovo beneficiario
-la propria firma.
Per girare una cambiale in bianco è sufficiente che il beneficiario apponga la propria firma senza indicare il nome del nuovo beneficiario.
In questo caso il semplice possesso della cambiale ne permette la riscossione.
La girata per l’incasso è una girata impropria in quanto non serve per trasmettere il diritto di ricevere il pagamento della cambiale ad altri ma semplicemente per incassarla
Viene apposta sul retro della cambiale scrivendo la data e la dicitura “per l’incasso” nonché la firma del beneficiario della cambiale o dell’ultimo giratario
Girando la cambiale per l’incasso è possibile incassare la cambiale presso la propria banca senza essere obbligati a recarsi necessariamente nella banca presso la quale la cambiale è domiciliata: in pratica sarà la nostra banca ad incassare per noi la cambiale presso quest’ultima consegnandoci poi il denaro.
Come Comportarsi al Colloquio
L’abito fa il monaco, eccome: difficilmente la tuta in acrilico a un colloquio di lavoro in banca sarà l’idea brillante che farà di te il candidato ideale. Superata la fase di selezione del cv, il passo successivo, cioè l’incontro con il potenziale capo, è quello più importante e deve essere preparato con cura. La presentazione personale ha a che fare con molti fattori spesso sottovalutati, soprattutto da chi è alle prese con i primi colloqui, ma che possono essere determinanti nella percezione che i recruiter possono avere di te.
Non studiare solamente ciò che devi dire rispetto alle tue esperienze, ma anche come lo dici, prestando attenzione al cosiddetto “linguaggio non verbale”, cioè quello che il corpo comunica senza che noi ce ne accorgiamo. Vediamo alcuni accorgimenti da tenere a mente prima di affrontare il fatidico appuntamento:
L’abbigliamento. Per decidere che cosa indossare immagina qual è il tipo di abbigliamento più adeguato per quella azienda e per la quella particolare posizione. Affidati al buon senso, in mancanza di questo, e di fantasia, un sobrio abito o tailleur blu va sempre bene. E se proprio vuoi esagerare, che sia nella formalità: un vestito eccessivamente elegante, se pur inappropriato, darà comunque l’impressione positiva che ci tieni a fare una bella figura. Un errore decisamente meno grave che presentarsi in shorts e maglietta bucata.
Le mani. Si comincia con la stretta: vietato offrire la mano floscia, potreste dare l’idea di avere una personalità altrettanto scialba. Una stretta decisa, al contrario, stabilisce un contatto più diretto e partecipe con chi ti sta di fronte. Durante il colloquio non stringere nulla tra le mani, ti farebbe apparire a disagio e nervoso, e non incrociare le braccia, comunicheresti disinteresse.
Lo sguardo. Guardarsi intorno o fissare il pavimento mentre il recruiter sta parlando, va da sé, non è consigliato: sembreresti lì per caso o molto insicuro di te. Ma anche bloccare con lo sguardo l’interlocutore, senza mai distogliere gli occhi dai suoi, può sembrare “troppo”. Il trucco è ascoltare attentamente ciò che ti stanno dicendo: se ti concentri sul capire parole e concetti, ti verrà spontaneo non pensare più a come ti stai comportando, risultando naturale.
La posizione del corpo. Assolutamente vietato stravaccarsi, così come restare appollaiati in punta di sedia per tutta la durata del colloquio. Sedersi in modo composto, sporgendo leggermente il busto in avanti è, invece, una buona regola per dimostrare interesse e attenzione.
Read MoreInterazioni e Marketing su Facebook
Il marketing su Facebook ha un aspetto che lo contraddistingue: le interazioni. Le interazioni in una pagina fan di Facebook sono l’anima del social network, ciò che rende viva, attiva la pagina e la misura delle interazioni -ad esempio con uno strumento come Facebook Insights- è, insieme ai dati analytics, uno degli aspetti su cui valutare il successo o meno di una campagna di marketing su Facebook.
Le interazioni su Facebook, al contrario di come si potrebbe pensare, non sono naturali: richiedono che l’amministratore della pagina parli il linguaggio giusto, dica cose interessanti e nella quantità giusta. Insomma, se sei noioso, non parli mai, perchè dovrei interagire?! Vediamo quindi dei consigli su come suscitare l’interazione su una pagina di Facebook con il fine del marketing.
Crea una community che ti ascolta: se parli e non c’è nessuno che ti ascolta, parli al muro. Se parli di cucina, ma chi ti ascolta non è minimamente interessato all’argomento, non solo parli al muro, ma infastidisci pure. Quindi, crea una community di fan magari pescandoli da pagine Facebook di argomento affine, che dovrebbe garantire un certo interesse per quel che dici.
Parla nella quantità giusta: ricorda che i commenti compariranno in bacheca. Quindi se lasci troppi post, i fan potrebbero infastidirsi. Se viceversa non scrivi mai, non si ricordano nemmeno che esisti. Trova la via di mezzo ideale.
Parla nel modo giusto: su Facebook non si scrivono tesi di dottorato nè per lunghezza nè per linguaggio. Parla come mangi.
Inserisci foto, video, contenuti interattivi: il tuo intervento verrà notato e apprezzato più facilmente.
Rispondi ai commenti, fai domande, interagisci: spesso i fan aspettano che qualcun altro faccia la prima mossa. Falla tu.
Read MoreRaider – Significato in Finanza
Raider, che la pronuncia corretta vuole si legga reider, è chi compie raid societari. Raider è la
dizione americana; in Gran Bretagna, per quanto possa apparire paradossale, prende nome di cow-boy. Il Far West, evidentemente, quando si tratta di mercati finanziari non è solamente in California, ma anche nella City, il distretto economico di Londra.
In italiano il raider viene definito scalatore, con palesi rinvii al carattere ascensionale della sua attività. Egli infatti, rastrellando sul mercato azioni di società sane quotate a buon prezzo, sale rapidamente le erte che conducono alla vetta
societaria, conquistando la maggioranza assoluta in assemblea. Una volta impiantato sulla cima il proprio stendardo,
chiede la convocazione dell’assemblea societaria e detta le sue volontà.
Passa quindi all’azione: ridisegna da cima a fondo l’organigramma sociale, separando il grano dal loglio; liquida separatamente i rami d’azienda più proficui, i cosiddetti gioielli di famiglia, traendo pingui profitti; e infine si disfa di quanto
resta vendendo al primo acquirente le azioni che gli sono rimaste in tasca.
Il raider quindi è una figura, per la società vittima, dalle connotazioni spiccatamente negative. Non a caso, il suo campo
d’attività sono i cosiddetti hostile takeover, le
Cosa fa il raider quando individualmente non ha forza bastante, quando cioè non ha proprie risorse finanziarie sufficienti per portare a termine con successo un hostile takeover? Sostanzialmente si trova di fronte un’alternativa – visto che la
terza via, la rinuncia, non fa parte del suo patrimonio genetico: prendere soldi a prestito, e in tal caso lanciare una leveraged bid, un’Opa che fa perno sulla “leva” dei capitali messi a disposizione da terzi – raccolti magari con l’emissione di
junk bonds, obbligazioni spazzatura, ad alto rendimento e rischio ancora più alto; in alternativa, può accontentarsi di
spartire il bottino con altri e costituire il cosiddetto concert party, formare cioè quella che in italiano, rimanendo sempre
valida la metafora alpinistica, viene definita
Come Richiedere Prestiti Senza Busta Paga Senza Rischi
L’attuale situazione economica del nostro Paese e la mancanza di lavoro spingono molte persone a chiedere un prestito senza busta paga: ecco cosa bisogna sapere!
Sempre più spesso gli Istituti Bancari si trovano a fronteggiare proposte di accesso al credito da parte di studenti, casalinghe, pensionati, lavoratori autonomi, neo imprenditori, lavoratori irregolari e lavoratori la cui busta paga è già “impegnata”. Ma se in passato gli intermediari finanziari erano restii a concedere un prestito a queste categorie di persone, oggigiorno le Banche tendono a volere ampliare il proprio numero di clienti e, quindi, a dare la possibilità di accedere a prestiti personali anche a persone senza busta paga.
Di seguito analizziamo nel dettaglio questo fenomeno
il prestito personale
Il prestito personale è il finanziamento che un intermediario finanziario (società finanziaria o banca) concede ad un privato. Alla base di un prestito personale vi è il capitale richiesto, il cd. TAN (tasso annuo nominale d’interesse) ed il cd. TAEG (tasso annuo effettivo globale) applicati, il calcolo del piano di ammortamento e la rata.
le garanzie
L’intermediario finanziario tende, da una parte, a diversificare il più possibile le proposte di prestiti personali al fine di accaparrarsi il maggior numero di clienti e, dall’altra parte, a tutelarsi chiedendo delle garanzia come, ad esempio, la presentazione della busta paga o del cud del soggetto che chiede il prestito o di un eventuale garante.
il prestito senza busta paga
L’elasticità del mercato del lavoro e l’aumento dei contratti di lavoro a scadenza ha generato la crescita delle richieste di prestiti senza busta paga, ossia dei soggetti che hanno una retribuzione od un’entrata fissa che, però, non sono in grado di attestare e documentare mediante la presentazione della busta paga o del cud.
Pertanto, gli intermediari finanziari hanno fronteggiato tali domande chiedendo altre garanzie (ad esempio, un immobile di proprietà, una fideiussione, la cambiale, l’ipoteca su immobili, il pegno su mobili, l’entrata derivante dalla riscossione del canone di locazione, dal rendimento annuo di un capitale investito, dall’assegno di mantenimento corrisposto dall’ex coniuge, etc.) oppure rinunciandovi ma limitando il più possibile la somma prestata (ad esempio, nel caso degli studenti che intendono accedere al credito).
Concesso il prestito senza busta paga, il beneficiario dovrà provvedere alla restituzione della somma concessa con rate mensili di importo pressoché identico.
le tipologie di prestito senza busta paga
Le quattro tipologie di prestito personale senza busta paga sono:
– prestito alle casalinghe: solitamente viene concesso in tempi molto brevi (anche 24 ore) e gli importi erogabili sono contenuti (di solito fino ad un importo massimo di 2.000 €); inoltre può consistere in un prestito senza garante oppure con garante (in quest’ultimo caso l’istituto eroga la somma se vi è la copertura di un terzo soggetto)
– prestito senza garanzie: è concesso a colui che non può offrire alcuna garanzia e per i quali vengono erogati piccoli importi di denaro ad un tasso di interesse solitamente molto alto e che spesso sfiorano i limiti di legge imposti dalla Banca d’Italia. Proprio per questo motivo, questo tipo di prestito dovrebbe essere richiesto come ultima ed estrema soluzione per accedere al credito.
– prestito senza reddito: permette di ricevere un capitale per sostenere delle spese senza esibire particolari garanzie e in modo particolare avere un reddito. Questa tipologia di prestito differisce da quello senza busta paga in quanto con il primo viene erogato il capitale in denaro anche ai soggetti che non hanno reddito o un’entrata dimostrabile, mentre con il secondo vengono prestate somme denaro a soggetti che hanno una retribuzione od un’entrata fissa che, però, non può essere documentalmente certificata. Viene concesso previa garanzia da parte di un terzo od ipoteca su un immobile ed ha lo svantaggio dell’elevato tasso di interesse (di solito pari al 14%);
– prestiti a disoccupati e giovani: è indirizzato a giovani ed ai disoccupati che possono accedere al credito senza busta paga o speciali garanzie nel caso in cui la richiesta sia legata a motivi di studio. Di solito, il piano di rimborso è molto flessibile poiché si usufruisce del capitale e dopo aver terminato gli studi il richiedente ha un anno di tempo per scegliere se rimborsare la somma avuta in prestito in un’unica soluzione o mediante il finanziamento.
i cattivi pagatori
I prestiti senza busta paga costituiscono un’opportunità anche per i cattivi pagatori, che non hanno pagato due o più rate di un prestito precedente e per questo motivo sono considerati inaffidabili dalle banche per poterne ricevere altri.
i nostri consigli
Le proposte di concessione di prestiti personali senza busta paga (anche on line) sono sempre più numerose. Pertanto, prima della stipula del contratto di finanziamento, si consiglia di porre estrema attenzione a tutte le clausole contrattuali ed, in particolare, a quelle relative ai tassi applicati: infatti, è fondamentale comprendere se è stabilita l’applicabilità di un tasso fisso oppure un tasso variabile (solitamente applicabile nei prestiti senza busta paga) e verificarne la legittimità o meno sulla base delle tabelle della Banca d’Italia