Differenze tra Valore Nominale e Valore di Mercato
Spesso, parlando di titoli, di quotazioni in borsa o, più genericamente, di finanza, ricorrono due termini attorno a cui ruota gran parte delle dinamiche del mercato azionario. Si tratta delle definizioni di ‘valore nominale’ e ‘valore reale’, associate proprio alla circolazione di azioni e obbligazioni.
Per avere ben chiaro il quadro e l’ambito in cui questi due particolari termini assumono grande rilevanza, è necessario capire alcuni passaggi e meccanismi finanziari di base.
Ecco un breve glossario che riassume le fasi dell’emissione di titoli per contestualizzare e far comprendere anche ai non addetti ai lavori, magari interessati ad investire i propri risparmi, la differenza tra le nozioni di ‘valore nominale’ e ‘valore di mercato’.
Il primo passaggio consiste nell’emissione di titoli sul mercato, che può avvenire per iniziativa dello Stato oppure di società private.
Prendendo come caso esemplare la seconda ipotesi, assumiamo che alcune società emettano dei titoli da vendere sotto forma di azioni.
Le azioni vengono vendute una volta determinato il ‘valore nominale ‘che hanno. Di che cosa si tratta? Il valore nominale è un importo convenzionale, stampato sul titolo, che la società emittente si impegna a rimborsare alla scadenza. Partendo dal valore nominale si calcolano gli interessi da pagare attraverso l’emissione di cedole periodiche da parte della stessa società. Mentre per stabilire il valore nominale si fissa un prezzo convenzionale non modificabile, per calcolare il valore reale è necessario calcolare il rapporto tra il patrimonio della società e il numero di azioni che quest’ultima ha emesso. Se l’andamento economico della società varia, quindi, anche il ‘valore reale’ dei titoli si modifica.
Una volta stabilito il valore nominale, è possibile conoscere il capitale sociale della società in questione, che consiste nell’insieme dei valori nominali di tutte le azioni emesse, ossia è nella somma versata dai soci per costituire il patrimonio necessario ad avviare la società. Se il capitale sociale aumenta, le società possono decidere di creare delle nuove azioni da vendere sul mercato.
Oltre a valore nominale e reale, esiste il ‘valore di mercato’: esso è il prezzo di scambio di un titolo sul mercato, che si modifica i funzione della concorrenza che si crea in una stessa sfera di produzione. In Borsa è il valore di mercato ad essere riportato tutti i giorni sul listino.
Sulla base di questi valori differenti, avviene la capitalizzazione, ossia la dinamica per cui si crea un certo dislivello tra valore nominale e valore di mercato. Per calcolare la capitalizzazione bisogna moltiplicare il prezzo di una singola azione per il numero di azioni che compongono il capitale sociale dell’ente che le emette.