Come e Quando Internalizzazionare

n un contesto internazionale, dove i mercati dei singoli Paesi diventano sempre più integrati, per le piccole e medie imprese diventa fondamentale adottare un approccio che va al di là del singolo mercato domestico. Soprattutto per affrontare e superare le sfide di un mondo che si fa sempre più competitivo. Per una pmi l’internazionalizzazione può rappresentare allora una valida fonte di ricavi e un’alternativa al mercato locale.

Ma cosa si intende per internazionalizzazione? In genere, con il termine internazionalizzazione si intende il processo che porta un’impresa a diventare in qualche modo “internazionale” e dunque a intrattenere rapporti con le imprese estere, con i consumatori e le istituzioni che operano sui mercati stranieri, vendendo i propri prodotti anche al di fuori dei confini nazionali, decidendo di produrre anche all’estero, acquistando da fornitori stranieri o trovando fonti di finanziamento su altri mercati che non sono l’Italia.

Secondo le valutazioni del governo su dati di Unioncamere, oltre settantamila imprese avrebbero potenzialità di esportare. E se a queste si aggiungono anche le 192mila imprese importatrici, l’universo complessivo di chi ha rapporti internazionali arriva a sfiorare le 480mila aziende.

Fare però il passo oltreconfine non è così semplice per una pmi. Spesso i dazi e le barriere tariffarie tendono a scoraggiare le imprese italiane a esportare negli altri Paesi. E questo anche se si tratta di Paesi dell’Unione Europea. Ecco perché una impresa che decide di esportare può appoggiarsi a corrispondenti o agenti commerciali che, operando direttamente sul posto, possono aiutarla e accompagnarla durante tutto il processo di internazionalizzazione ed export.

Se si confronta, però, la situazione italiana con quella di altri Paesi europei si nota che c’è un ampio gap da colmare. Nel processo di internazionalizzazione l’Italia è ancora indietro rispetto a Paesi come la Germania, la Spagna, l’Olanda, ma ha un grande vantaggio da sfruttare: il ‘marchio’ Italia, che non è solo il Made in Italy, ma il credito che gli italiani godono nella business community.