Rating – Definizione e Significato
Una legge economica asserisce che un maggiore rischio deve essere ricompensato con una più elevata remunerazione.
A parità di rendimento infatti, l’investitore preferisce fare prestito al debitore economicamente più solido. Chi ha quindi
una situazione finanziaria meno florida, per ricevere i fondi di cui ha bisogno, deve promettere ai risparmiatori un interesse più elevato. La possibilità di un guadagno maggiore indurrà questi a sottrarre una parte delle proprie attività dagli
investimenti più sicuri e meno remunerativi per orientarli verso quelli più rischiosi e allettanti.
Il problema però è classificare ciascun prenditore di capitale in funzione della propria capacità di onorare gli impegni
assunti, di restituire cioè la somma ricevuta e di pagare gli interessi promessi. Tale valutazione è tutt’altro che semplice
e richiede approfondite analisi delle risultanze di bilancio, nonché l’elaborazione di ulteriori informazioni. Per questo
motivo, tale lavoro è svolto da società specializzate, le agenzie di rating. Esse danno a chiunque ne faccia richiesta, e
d’ufficio ai debitori più grandi e noti, ossia principalmente gli Stati e le organizzazioni internazionali, un voto, che rappresenta sinteticamente il grado, rating, di rischio connesso alla situazione finanziaria di ciascuno.
Non esiste un’unica scala di valori in base ai quali viene redatta la pagella dei migliori e dei peggiori, ma questa varia a
seconda delle agenzie. Le due più famose sono le americane Moody’s e Standard & Poor’s, le quali prevedono diverse
gradazioni di rischio, ciascuna denominata in maniera differente, con uniche eccezioni la votazione massima (AAA, debitore eccellente) e minima (C, debitore con profilo di rischio elevatissimo), identicamente denotate. “C” non indica tuttavia rischiosità massima, ma soltanto la più elevata fra quelle classificabili: vi sono società così rischiose da non meritare nemmeno il rating più basso.
Il rating di norma viene richiesto dallo stesso prenditore, che ne sopporta anche le spese, per spuntare un interesse minore. Il mercato infatti attribuisce a questi voti notevole importanza e premia chi riesce a ottenere almeno un “piazzamento”.