Come Diventare un Tecnologo Alimentare
La professione di tecnologo alimentare è regolamentata dalla Legge n. 59 del 18 gennaio 1994. Il tecnologo alimentare ha il compito di studiare, progettare, dirigere, sorvegliare e condurre impianti e processi di lavorazione di prodotti alimentari e biologici, anche in collaborazione con altri professionisti. Risulta essere un esperto dei processi di trasformazione e conservazione degli alimenti, con particolare attenzione agli aspetti nutrizionali dei prodotti, per i quali definisce gli standard da rispettare. Sono di sua competenza le operazioni di marketing, distribuzione e approvvigionamento delle materie prime e dei prodotti alimentari finiti, degli additivi e degli impianti alimentari. Si occupa della preparazione e della conservazione delle sostanze alimentari con l’obiettivo di migliorare la qualità e il gusto dei cibi e ridurre gli sprechi di processo e di materie prime.
L’articolo 2 della Legge 59/1994 elenca le competenze che deve avere il dottore tecnologo alimentare. In particolare rientrano tra queste
lo studio, la direzione e la sorveglianza dei processi di lavorazione degli alimenti e dei lavori per la ristorazione collettiva (mense aziendali, pubbliche e ospedaliere);
l’accertamento e il controllo di qualità nella produzione e trasformazione degli alimenti;
lo svolgimento di analisi sui prodotti alimentari e matrici correlate;
la pianificazione della produzione alimentare;
la partecipazione a programmi internazionali di sviluppo agroalimentare;
la direzione e la gestione di imprese che operano nel settore della produzione, trasformazione, conservazione e commercializzazione degli alimenti, della divulgazione e dell’informazione alimentare;
le ricerche di mercato;
le perizie nel campo alimentare presso i tribunali.
Il tecnologo alimentare deve sempre tenersi aggiornato sulla normativa e sulle innovazioni tecnologiche dell’industria alimentare. Infine, deve avere una particolare propensione per l’analisi e la sperimentazione in laboratorio.
Il titolo di studio richiesto per esercitare questa professione è la laurea magistrale in “Scienze e tecnologie alimentari” o quella in “Scienze delle preparazioni alimentari”. E’ possibile iscriversi a questi due corsi dopo aver conseguito la laurea di primo livello in “Tecnologie alimentari”.
Questi corsi sono attivati in molte Università italiane presso le Facoltà di Agraria. L’offerta formativa è piuttosto varia e le denominazioni dei corsi di laurea sono attribuite direttamente dalle università, per cui risulta difficile elencare tutti i corsi attivati dalle varie facoltà.
Dopo aver conseguito la laurea in “Scienze e tecnologie alimentari” o in “Scienze delle preparazioni alimentari” si ottiene il titolo di Tecnologo Alimentare, con il quale si può accedere all’esame di Stato.
La Legge n. 59/1994 stabilisce infatti che l’esercizio della professione deve essere subordinato al conseguimento dell’abilitazione per la quale, oltre all’esame di stato, è prevista l’iscrizione all’Albo, le cui disposizioni in materia sono contenute nel Decreto del Presidente della Repubblica n. 283 del 12 luglio 1999[. Il regolamento che disciplina gli esami di Stato per l’abilitazione all’esercizio di questa professione è fornito dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 470 del 18 novembre 1997.
Il Consiglio dell’Ordine dei Tecnologi Alimentari promuove presso enti, pubblici e privati, il ruolo del Tecnologo Alimentare garantendone la professionalità. Gli iscritti all’Albo, dipendenti dello Stato o di un’altra pubblica amministrazione, ai quali è consentito l’esercizio della libera professione, sono soggetti alla disciplina dell’Ordine solo per quanto riguarda tale esercizio.
Gli iscritti a un albo regionale possono esercitare la loro professione in tutto il territorio dello Stato.
L’Ordine dei Tecnologi Alimentari è istituito per legge in ogni regione ed è posto sotto la vigilanza del Ministero della Giustizia.